A scuola di talent show da Yvonne D'Abbraccio - Articolo Marie Claire sulla Scuola di recitazione YD ACTORS
MARIE CLAIRE – INTERVISTA A YVONNE D’ABBRACCIO

A scuola di talent show da Yvonne D’Abbraccio

In visita all’YD’Actors, che sforna artisti nel cuore di Roma.

di Debora Attanasio – 25 Marzo 2015 – 11:45

È capitato che alle 5.00 di mattina i vigili, chiamati dai vicini esasperati dal rumore, hanno bussato all’YD’Actors di Yvonne D’Abbraccio e si sono trovati davanti una pila di ragazzi esausti che dormivano l’uno sull’altro come i cuccioli de La carica dei 101, mentre due o tre di loro, stremati e con le occhiaie, recitavano ostinati al centro della sala. I toni delle voci erano troppo alti perché nessuno di loro si era accorto di quanto fosse tardi. Qui dentro, fra mura tinte di nero, in una soirée perenne anche se fuori splende il sole (ma oggi sta piovendo), si spengono subito i cellulari e poi si recita a oltranza senza guardare l’orologio, per imparare a sopportare la stanchezza. Non c’è nemmeno il campanello alla porta. Si deve bussare con forza, prima avvisaglia che il successo si conquista con la grinta.

“Debuttanti allo sbaraglio” è un concetto che qui non conta. L’improvvisazione è stata sempre una caratteristica un po’ italiana che a volte è segno di genialità, molte volte di sciatteria, meglio non rischiare. Ora cominciano a capirlo tutti che per conquistare il successo, anche per partecipare a un talent show, bisogna provare, provare, provare, come ha fatto Rosa Montesdeoca Arbona, che è stata uno dei pochi buoni motivi per vedere il costoso flop della Rai, Forte Forte Forte. Le prove di Rosa si sono consumate qui, nel cuore del quartiere Testaccio di Roma, dove Yvonne ha creato un pezzetto di New York, una via di mezzo fra l’Actor’s Studio e la leggendaria scuola di Saranno Famosi. Yvonne D’Abbraccio è la fondatrice e il motore della scuola. Il fisico nervoso di chi non sta mai ferma, ride sempre, agita la chioma, è tesa come l’elastico di una fionda puntata verso l’alto. È la “piccolina” di una vasta stirpe di artisti che ha coperto ogni campo dello spettacolo, dal teatro impegnato di Mariangela ai set piccanti di Milly – le più famose fra le sue sorelle – partendo da mamma Anna, leggendaria insegnate di tutti i suoi figli e di migliaia di allievi passati dalla sua scuola negli anni 70. «Da ogni parte arrivano messaggi deprimenti che ammazzano le speranze e le ambizioni dei giovani», spiega Yvonne. «Io di questi uccelli del malaugurio non mi curo, qui da noi la crisi non è mai arrivata, i talenti che sforniamo non rimangono in panchina».

In casa D’Abbraccio lo spettacolo si è sempre respirato, mangiato e commentato. Mamma Anna non aveva niente da ridire se uno dei sui figli marinava un giorno di scuola. Ma saltare una lezione di danza, quello, mai. Yvonne racconta però che una delle esperienze che più l’hanno formata è stato il periodo come insegnante in un istituto di igiene mentale. «Lì dentro trovavi gente che non era più in sé, e che lavorando con me ritrovava sé stessa. Un paziente, mentre proponevo loro interpretazioni sempre più bizzarre, ha esclamato un giorno: «C’è un limite anche alla pazzia!”». Poi la decisione di aprire la sua scuola che da 4 anni sforna artisti, entrando a far parte della non più così ristretta cerchia di donne che gestiscono il management dello spettacolo. Un fenomeno che sta lentamente mettendo fine all’odioso rito del “sofà del produttore”, il compromesso che imponeva alle aspiranti attrici di essere “gentili” con chi conta, per ottenere considerazione.

All’YD’Actors si sono formate Denise Tantucci di Braccialetti Rossi 2, Mihaela Dorlan de I Cesaroni. «Ma da noi tutti hanno la stessa importanza, esordienti e famosi. La modestia è fondamentale», dice Yvonne. E la modestia è anche uno dei precetti del My Act, il metodo inventato da lei, che le ha fatto guadagnare il prestigioso Premio Afrodite e che consiste soprattutto nel non troncare le radici dell’allievo. «L’impostazione classica a volte sposta troppo l’attore dal suo talento naturale e finisce per confonderlo, o per renderlo adatto solo a qualche ruolo, o alla sola tv, o al solo teatro», spiega Yvonne D’Abbraccio. «Quando inizio a conoscere il nuovo allievo, invece, io osservo come respira, come il suo respiro si collega alla voce e ai movimenti e poco per volta lo rendo cosciente di come può coordinare tutto questo rimanendo se stesso».

Yvonne D’Abbraccio non punta sull’effetto speciale di sfoggiare ogni tanto le grandi star nella scuola, per impressionare gli allievi e richiamare l’attenzione dei media. «Non abbiamo bisogno di questi mezzucci. Qui riceviamo le visite degli addetti ai lavori che contano davvero, dei talent scout che vengono ad attingere volti nuovi da portare anche oltre oceano, come Susan Batson, la coach di Nicole Kidmane, Juliette Binoche. Alcuni dei miei ragazzi sono volati a Hollywood». E per i talenti giovani e squattrinati, infine, ci sono le “borse di studio”. «Su un centinaio di iscritti all’anno, qualcuno scelto da me per le doti particolari, frequenta la scuola gratis. È un mio investimento sul futuro, perché poi continuerò a seguirli come agente. Io nel futuro ci credo». E magari è proprio questa la prima certezza, la più importante, che i ragazzi devono apprendere in una scuola.

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Photo: Azzurra Primavera

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